Per il Ramadan si apra Santa Maria

Lettera aperta alla comunità cristiana canturina

La storia infinita della contesa tra Amministrazione comunale e Associazione Assalam in merito alla “Moschea” di Cantù registra un ennesimo inasprimento causato dal diniego del Comune all’utilizzo del capannone di via Milano nel periodo del Ramadan.

Martedì scorso l’Amministrazione comunale ha infatti respinto la richiesta inviata alla Sindaco il 13 febbraio a firma di alcune forze politiche ed Associazioni cittadine, tra le quali tre realtà legate alla chiesa canturina, con la quale si chiedeva la possibilità di utilizzo temporaneo, per il periodo circoscritto alle celebrazioni del mese sacro ai musulmani (10 marzo – 8 aprile 2024), dello stabile di proprietà di Assalam e oggetto dell’annosa disputa giuridica tra questa e l’Amministrazione comunale.

Non ho le competenze necessarie ad addentrarmi nelle questioni legali. Sinceramente poco mi coinvolgono avendo, da sempre e per ogni circostanza, il massimo rispetto per chi amministra la giustizia e per chi chiamato a farla rispettare.

Piuttosto, mi interroga la situazione di svariate centinaia di concittadini nella loro legittima richiesta di poter disporre di un luogo nel quale esercitare l’universale diritto di culto. Mi inquieta l’insensibilità dell’Amministrazione rispetto ad un’istanza avanzata da cotal numero di canturini, mai riscontrata per altre perorazioni di minore portata quantitativa e qualitativa. Mi agita l’adesione all’insegnamento evangelico e la convinta appartenenza alla comunità ecclesiale che non possono ammettere immobilità di fronte all’esigenza di esercitare il culto di quell’unico Dio condiviso con l’Islam e l’Ebraismo. 

Ci sono circostanze nelle quali il dovere della testimonianza che da sempre caratterizza la nostra fede cristiana è chiamata a gesti profetici. Dove lo stare dalla parte giusta della vita va oltre il calcolo e supera l’indifferenza. Dove, oltre alle parole, occorrono azioni unilaterali, gratuite, nette. Anche rischiando di urtare un certo perbenismo e scioccare coscienze assopite. 

Ho sinceramente gioito e profondamente riflettuto alla sferzata impartita dal nuovo Prevosto, all’indomani del suo insediamento in città, richiamando la necessità per Cantù di una carità “orizzonte di senso di azioni concrete”. Credo che offrire temporaneamente alla comunità musulmana canturina un luogo dove poter pregare durante il Ramadan sia coerente con quell’orizzonte e traduzione in pratica di quella carità che non arretra all’avanzare della grettezza e della prepotenza, ma infrange i muri delle sordità di chi sordo vuole rimanere.

Aprire per un mese le porte di Santa Maria, ne sono certo, farà ripalpitare le sue vecchie mura alle preghiere innalzate all’unico Dio da cittadini di Cantù che altro non chiedono che il poter condividere la loro comunione di fede.

Sergio Marelli

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Un commento

  1. Buongiorno io non la conosco,ma la sua idea è una grande idea e condivido pienamente la sua proposta.Mi sembra assurdo non aiutarci anche per queste occasioni Dio non divide ma unisce.