Como: adottato il Regolamento per l’Amministrazione condivisa.  

Questa mattina, l’Amministrazione comunale di Como ha presentato in pubblico il Regolamento per l’Amministrazione condivisa adottato dal Consiglio comunale lo scorso 2 ottobre. Un percorso durato un anno da quando, su proposta del Centro di Servizio per il Volontariato e di Confcooperative Insubria, gli Enti di Terzo Settore, i dirigenti comunali e la Vice Sindaco Roperto, delegata dal Sindaco a seguire il processo, si sono seduti attorno al tavolo per definire le regole di gestione condivisa di alcuni processi decisionali del Comune.

Questa mattina l’Amministrazione comunale di Cantù ha reso pubblica la decisione di erogare un ulteriore “bonus” una tantum, di 300 Euro, per sostenere i costi delle rette per l’iscrizione al Nido che gravano su determinate famiglie canturine con figli da uno a tre anni. Un Bonus, come enfaticamente ricordato da esponenti dell’attuale maggioranza, che va ad aggiungersi a quell’altro, di 200 Euro, deliberato tre anni orsono a favore dei nuovi nascituri aborigeni.

Due Amministrazioni, due scelte strategiche differenti. Non una di destra e una di sinistra. Non una autonomista e una statalista. Non più di tanto confrontate a problematiche di diversa portata, come ipotizzabile tra una grande metropoli e un piccolo borgo montano. Semplicemente, due modi diversi, due opzioni politiche distanti, due approcci e due considerazioni della valenza e del valore del Terzo Settore decisamente di differente caratura. E nemmeno importa, come qualcuno potrebbe legittimamente dubitare, che per ora questo Regolamento sia unicamente un atto formale, quindi soggetto a verifica della sua reale applicazione nel corso del prosieguo amministrativo. Questo lo verificheranno, perché loro dovere e compito, le associazioni, i volontari, i cooperatori e gli operatori sociali coinvolti nel processo.

Tuttavia, corre l’obbligo di sottolineare come l’adozione di un Regolamento da parte di un’Amministrazione sia l’atto procedurale di maggiore rilevanza e cogenza che essa possa approvare. Un atto che, salvo formali modifiche future, impegna anche le Amministrazioni successive; proietta e progetta l’architettura gestionale del futuro di una città. Una promessa da campagna elettorale applicata già nel primo anno di governo, senza attendere le elargizioni propagandistiche di fine mandato. Un ecosistema collaborativo in grado di accogliere, allevare e corroborare strategie condivise, visioni comuni e decisioni corresponsabili per il futuro della Città.

Bonus, interventi una tantum, asfaltature elettorali, aperitivi pagati al bar, mirabolanti luminarie, fasti lazzi e cotillon fanno piacere, per carità; così come consultazioni, concertazioni e dialogo con gli ETS sono senza dubbio indicatori, anch’essi di una certa piacevolezza, di una primordiale consapevolezza del loro necessario coinvolgimento, non fosse altro che per mandare avanti una barca altrimenti alla deriva, non sempre per responsabilità propria del timoniere, provata dalle ondate e dalle maree di povertà nuove, più diffuse e sempre più pressantemente interpellanti . Il comprensibile compiacimento, a volte perfino obnubilante, degli ETS coinvolti dovrebbe purtuttavia ammettere come un tale approccio e una simile strategia rimangano nell’alveo delle politiche popolar-propagandistiche; negli imbonimenti narcotizzanti; che nulla mutano dei meccanismi e delle regole del gioco; nulla incidono sulle strategie di medio periodo; affatto rimuovono le perduranti cause dell’ingiustizia; niente correggono dei rapporti duali e dualistici tra pubblico e privato, tra amministrazione pubblica ed ETS. Alla fin fine poco e nulla mutano nel rapporto vero e nella dialettica partecipativa tra amministratori e cittadini, tra governo e “popolo”.  

Fiducia reciproca, pubblicità e trasparenza, responsabilità e impatto, contributività e legame sociale, inclusività e apertura, pari opportunità e contrasto alle discriminazioni, sostenibilità, proporzionalità, adeguatezza e differenziazione, semplificazione, prossimità e territorialità, finanziabilità” sono i valori posti a premessa e fondamento del Regolamento adottato a Como. Sono i valori dell’Amministrazione condivisa; auspicabilmente dovrebbero essere fatti propri da ogni amministrazione; potrebbero costituire i pilastri di ogni impegno, di ogni programma elettorale, di ogni prassi operativa e gestionale di qualsivoglia proposta di governo di una città e del rapporto con una cittadinanza che di siffatto modo di amministrare abbisogna per scuotersi di dosso il torpore, la disaffezione fino al disinteresse nei confronti della politica giocata tra i commensali ammessi a palazzo; propagandata negli editti elettorali; gridata nelle piazze; semplificata nei gazebo, ma troppo spesso e da molto tempo screditata dalle prassi.  

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