La società civile porta in tribunale ENI – Davide sfida ancora Golia

Lo scorso 9 maggio, Greenpeace Italia, ReCommon ed alcuni privati cittadini hanno intentato una causa civile nei confronti di ENI. La denuncia: “danni subiti e futuri, in sede patrimoniale e non, derivanti dai cambiamenti climatici a cui Eni ha significativamente contribuito con la sua condotta negli ultimi decenni, pur essendone consapevole”. Insieme al colosso petrolifero, le due realtà di società civile hanno trascinato a giudizio del Tribunale di Roma anche il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Cassa Depositi e Prestiti in quanto azionisti che esercitano un’influenza dominante sulla multinazionale energetica.

A fronte di questa accusa intentata appellandosi all’articolo 2043 del Codice Civile italiano – che prevede azioni risarcitorie e limitatorie nei confronti di soggetti che provocano un danno a cittadini, beni e patrimoni comuni – i promotori di questa ambiziosa iniziativa chiedono alla giustizia italiana che ENI sia obbligata a rivedere la propria strategia industriale al fine di ridurre le emissioni derivanti dalle sue attività di almeno il 45% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2020. Richiesta che si appella alle raccomandazioni della comunità scientifica internazionale per mantenere l’aumento medio della temperatura globale entro 1,5 gradi centigradi e, soprattutto, agli impegni sottoscritti dai Governi, italiano compreso, nel corso del cosiddetto “Accordo di Parigi” sul clima, siglato nel 2015 durante la riunione delle parti della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC).

Le basi fattuali di questa azione legale, in termini tecnici definita come una Climate Litigation, derivano da alcune fondamentali constatazioni: Eni, con i suoi impianti estrattivi, produce gas climalteranti in misura superiore a quanto emesso dall’intero territorio italiano; il 75% degli investimenti futuri dell’azienda sono già destinati agli idrocarburi, crescendo da 4,5 miliardi di euro a 6,5 nei prossimi anni; l’incremento record dei profitti della società è salito nello scorso 2022.

Di primo acchito non escludo che questa denuncia potrebbe essere bollata come l’ennesima utopia mossa da soliti idealisti che sfocerà in un nulla di fatto. Tuttavia, condivido con i promotori la convinzione che ancora ai nostri giorni Davide possa sconfiggere Golia. Certo, con qualche strumento in più di una fionda con un sassolino, anche se qualche volta funziona ancora. Magari con una mobilitazione della società civile, sia a livello organizzato che individuale, che già in passato ha conseguito risultati ritenuti sulla carta come irraggiungibili. Basta ricordare quanto ottenuto per la cancellazione del debito dei Paesi impoveriti dei Sud del Mondo con la poderosa campagna realizzata nel 2000 in Italia e nel mondo; oppure il risarcimento imposto a Nestlé dalle autorità Camerunesi; o anche, per citare un esempio più attinente alla materia qui in oggetto, rifarsi all’analoga campagna agita dalla società civile olandese nei confronti di un altro colosso petrolifero come la Royal Dutch Shell.

Come già riportato in questo mio blog, dopo che, nel 2015 la multinazionale Shell è stata costretta ad un risarcimento della popolazione del delta del Niger; dopo che nel 2021 la stessa società ha dovuto interrompere un progetto di sfruttamento di nuovi giacimenti di gas e petrolio in Sud Africa, nello stesso anno 2021 la giustizia dei Paesi Bassi ha condannato il colosso estrattivo anglo-olandese a ridurre, entro il 2030, le proprie emissioni di gas ad effetto serra del 45% rispetto ai livelli del 2019.

Certo, nella fattispecie, la causa legale promossa dalle Organizzazioni di Società Civile olandesi è stata sottoscritta da ben 17.379 singoli cittadini, motivo per il quale si conferma il mio convincimento circa la necessità, e al contempo l’efficacia, della mobilitazione della società civile in vista del conseguimento di risultati solo apparentemente irraggiungibili.

Iscriviti alla newsletter

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *