Le violenze sulle adolescenti accusano di inazione il mondo degli adulti
In occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, che si celebra il 25 novembre di ogni anno, la Fondazione Terres des Hommes e One Day Group hanno presentato un’inchiesta condotta su di un campione di 10.000 ragazze e ragazzi della Community di Scuola Zoo (ragazzi tra i 15 e i 19 anni) che rileva dati a dir poco scandalosi. Dati che accusano le generazioni di adulti di non ascoltare e di non intervenire a sufficienza per prevenire e combattere la continua violenza che, fin dall’età infantile, viene subita dai giovani nel nostro Paese.
Il 74% dei giovani è convinto che studenti e studentesse vittime di violenza non vengano presi sul serio dagli adulti; il 90% crede che in Italia ci sia discriminazione di genere; tre giovani su dieci ha infatti dichiarato di aver assistito a un episodio di violenza di genere. Il 46% a violenza psicologica, il 24% a violenza fisica, il 20% a violenza in rete, il 10% a episodi di violenza sessuale.
Ancor più preoccupante il dato inerente ai luoghi ove hanno assistito a episodi di violenza: 44% nelle scuole, 28% sui “social”, 22% famiglia e coppia e il 6% nei luoghi di pratica sportiva.
A dipingere ulteriori particolari di questo scandalo si aggiungono altri dati rilavati a livello mondiale. Secondo il dossier “indifesa 2022”, sempre realizzato da Terres des Hommes, 15 milioni di ragazze di età compresa tra i 15 e i 19 anni dichiarano di aver subito rapporti sessuali contro la loro volontà da parte del proprio partner o del fidanzato.
Nel 2020, in Italia, sono stati 923 i bambini nati vivi da mamme minorenni, 741 italiane e 182 straniere (Istituto degli Innocenti su dati ISTAT). Di questi, con una evidente relazione con le condizioni economico-sociali e i livelli di istruzione, 232 in Sicilia, 206 in Campania, 81 in Lombardia e 0 in Valle d’Aosta.
Se tutto ciò non bastasse, secondo UNFPA (United Nation Population Fund) il 58% delle ragazze nella medesima fascia di età sono state molestate online in diversi modi come violenza verbale, body shaming, minacce di stupro e violenze fisiche”.
Sempre UNFPA denuncia come, sebbene queste forme di violenza inizino solitamente tra i 14 e i 16 anni, alcune ragazze hanno denunciato i primi episodi di questa forma di violenza già a partire dagli 8 anni con una situazione ancor più grave per le ragazze che appartengono a minoranze etniche, alla comunità LGBTQIA+, per coloro che hanno una disabilità.
Sono dati che dovrebbero indurre ad azioni concrete e urgenti. Forse potremmo unirci a chi chiede una regolamentazione del web; potremmo contribuire alla riforma di un sistema educativo e scolastico sempre più in discussione; agire per una perequazione più giusta delle risorse e delle opportunità; certamente dovremmo attrezzarci per dare voce, udienza e un po’ più di potere alle giovani generazioni …. prima di bollarle di assenza di valori e mancanza di prospettiva.