40° dell’obiezione di coscienza,ma nessuno se ne ricorda
Qurant’anni fa, il 12 dicembre 1972, il Parlamento italiano approvava la Legge 1221 che istituiva il servizio alternativo alla leva obbligatoria e, tre giorni dopo, la legge 772 sull’obiezione di coscienza. Ho già avuto modo di argomentare ampiamente nel mio libro “ONG: una storia da raccontare” edito da Carocci, come la divaricazione creatasi tra le due “possibilità” previste dalla Legge per utilizzare un anno della propria vita in maniera ben più costruttiva ed utile di quanto non sia il servizio militare nulla ha a che vedere, come sostengono alcuni tra cui l’ex Ministro Giovanardi, con l’ipotetica diversità di motivazioni e di finalità. Piuttosto, questa differenza è stata causata dall’attribuzione istituzionale diversa che ha consegnato gli “obiettori” nelle mani dei funzionari del Ministero della Difesa e i “volontari in servizio civile” in quelle del Ministero degli Affari Esteri creando notevoli disparità nel trattamento e nella considerazione dei due soggetti. Restano invece inscindibili i principi fondamentali che sottendono le due scelte rifacentisi a un modello di difesa non fondato sulle armi e ad uno stile di vita improntato alla pace e alla giustizia sociale.
La ricorrenza dell’approvazione di quella legge che è stata la madre di ulteriori felici provvedimenti legislativi, poteva e doveva essere l’occasione per far riflettere opinione pubblica e istituzioni circa l’inaccettabilità e la miopia politica che ha portato a tagliare indiscriminatamente le risorse e diminuire incomprensibilmente l’attenzione per la legge attualmente in vigore per il Servizio Civile. Stupisce che ne le organizzazioni di società civile, ne le istituzioni abbiano ritenuto opportuno celebrare l’anniversario di una legge dello Stato di così importante significato per il nostro Paese. Eppure, in passato gli Enti di servizio civile hanno giustamente recriminato per i successivi inesorabili tagli inferti al Servizio Civile e la conseguente riduzione dei volontari impiegati in progetti e servizi di grande utilità per il Paese, ancor più in un momento di difficoltà economica che colpisce le fasce più deboli. Oggi, invece, tutto sembra passare sotto un preoccupante silenzio che ha il sapore della connivenza o, peggio, della rassegnazione.
Il 12 dicembre 2012 poteva costituire un’altra occasione per rilanciare una delle migliori proposte fatte ai nostri giovani e chiedere nella Legge di Stabilità un incremento dei fondi destinati al servizio civile che, ad oggi, prevedono per nei prossimi mesi l’impiego di soli 19.000 volontari. Cifra ben lontana da quei 50.000 avviati al servizio nei primi anni di entrata in vigore della Legge 63.
(articolo pubblicato su Repubblica.it)