“Le città accoglienti”: una proposta per Comuni e Governo

Con pochissima eco sui media nazionali, il 26 novembre scorso a Padova si sono riuniti 20 Comuni provenienti da tutta l’Italia per sottoscrivere il “Memorandum delle Città accoglienti”. L’obiettivo dell’intesa? Includere l’Accoglienza dei migranti presso le famiglie all’interno delle politiche strutturali dell’accoglienza.  

Per questo, il Memorandum è stato formalmente consegnato al Sindaco di Prato Matteo Biffoni, delegato all’Immigrazione di ANCI, affinché l’associazione dei Comuni italiani si faccia portavoce presso le istituzioni e i decisori nazionali e promotrice verso gli altri Comuni italiani.

L’iniziativa nata su proposta del Comune di Padova, ospite dell’iniziativa e partner del progetto europeo “Embracin” sviluppato per promuovere questa azione di lobbying a livello europeo, ha ricevuto l’interesse di città importanti come Roma, Milano, Bologna, Napoli e quello di molti piccoli Comuni.

Con la volontà di replicare in altri territori le esperienze già avviate nei Comuni firmatari, Il documento da un lato impegna gli stessi a formare e mantenere una rete di scambio di buone pratiche relativamente al tema dell’accoglienza in famiglia, dall’altro chiede al Ministro degli Interni di includere nelle politiche di accoglienza questa pratica partecipativa e di attivare strumenti e risorse dedicate.  

I principali punti di articolazione della proposta possono essere così sintetizzati:

  •  I Comuni italiani nel corso di questi anni hanno sperimentato l’accoglienza in famiglia. Questo è stato possibile grazie a finanziamenti europei, nazionali, locali e di altra natura nonché ad alcune sperimentazioni promosse direttamente dal sistema SAI (Sistema Accoglienza e Immmigrazione del Ministero degli Interni);
  • Tutte le Amministrazioni che hanno attivi progetti di accoglienza in famiglia concordano nell’affermare che questo strumento, se ben integrato nelle politiche di welfare pubblico dei Comuni, consente di inserire le persone migranti nel contesto culturale e linguistico italiano con maggior efficacia 
  • Queste esperienze hanno consentito di evidenziare come non solo i migranti traggono giovamento dall’essere accolti in famiglia, ma è anche il tessuto sociale italiano, solidale e forte, che – se opportunamente sollecitato – risponde con entusiasmo ai progetti di accoglienza. Questo fatto è stato dimostrato in particolare con le emergenze prima afghana e poi ucraina: in tutto il territorio nazionale sono state moltissime le famiglie a scrivere direttamente alle prefetture per rendersi disponibili ad accogliere i profughi in casa propria. 
  • L’ospitalità in famiglia non è il solo strumento possibile per promuovere una migliore politica di inclusione nel nostro paese, ma è una risorsa preziosa se ben integrata con i sistemi virtuosi della prima accoglienza, a partire dal sistema SAI, che è il modello di accoglienza diffusa che i territori apprezzano. In questo senso i Comuni firmatari auspicano un consistente ampliamento della rete SAI e si impegnano a promuoverlo sui propri territori. Il potenziamento del sistema SAI e il rafforzamento e la strutturazione dei percorsi sperimentali di affido familiare che alcuni Comuni stanno portando avanti, potrebbero rappresentare, inoltre, la risposta al grande aumento delle presenze dei minori stranieri non accompagnati che per tanti Comuni capoluogo è oggi una vera emergenza. 
  • In questa direzione, l’accoglienza in famiglia è una risorsa particolarmente preziosa sia a supporto dei percorsi di uscita dal SAI sia, nelle città che vogliano sperimentarlo, come percorsi di uscita dai CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria), come forma di housing sociale per sostenere i percorsi di inserimento abitativo e di inclusione sociale, pienamente integrata nei servizi di welfare dei Comuni. 
  • Tutte le risorse possibili devono essere messe in gioco per promuovere un sistema di accoglienza differenziato ed efficace, in grado di promuovere l’inclusione effettiva delle persone migranti che rappresentano un fenomeno ormai strutturale nel nostro Paese. 

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