Gli inutili 100 anni della Dichiarazione dei diritti del fanciullo

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Compie oggi 100 anni la “Dichiarazione di Ginevra per i diritti del fanciullo”. Era infatti il 24 settembre 1924 quando la Società delle Nazioni, evolutasi nel 1945 nell’odierna Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), adottava questa fondamentale dichiarazione.

Rifacendosi alla Carta dei Diritti del Bambino redatta nel 1923 da Eglantyne Jebb – Dama della Croce Rossa e fondatrice nel 1919 dell’ONG Save the Children – la Dichiarazione rimane una pietra miliare del diritto internazionale. In essa si legge: “Il fanciullo che ha fame deve essere nutrito; il fanciullo malato deve essere curato; il fanciullo il cui sviluppo è arretrato deve essere aiutato; il minore delinquente deve essere recuperato; l’orfano ed il trovatello devono essere ospitati e soccorsi. Il fanciullo deve essere il primo a ricevere assistenza in tempo di miseria.”

Un primo riconoscimento della dignità e dei pari diritti dei bambini che ispirerà in seguito altre prese di posizione della comunità internazionale in favore di una tutela prioritaria e privilegiata dei fanciulli tra le quali la Dichiarazione Universale dei diritti del fanciullo – ONU 1959 – e la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza – ONU 1989.

Tranne qualche scandalosa defezione, tra le quali la più eclatante rimane quella degli USA tutt’oggi non firmatari della Convenzione del 1989, ben 196 Stati hanno adottato i principi e sottoscritto gli impegni nei confronti dei diritti dei bambini.

Già! Compresi tutti quei Paesi che oggi non esitano a sacrificare sull’altare della ragion di Stato milioni di minori. Siano essi sterminati sotto i colpi di vecchie o moderne artiglierie; sfruttati nel lavoro minorile; privati di una minima educazione e scolarizzazione; stuprati e violentati dagli istinti animaleschi di questo o quell’altro contingente militare; obbligati a matrimoni combinati e schiavizzanti; infibulati in nome di religioni che tradiscono i principi delle fedi e l’amore divino per il genere umano; stipati in disumane bidonville nelle periferie di altrettante disumane megalopoli; affamati di cibo, assetati di acqua e di giustizia; ammassati in sovraffollate carceri buone solo per rigenerare all’infinito altra delinquenza.

L’osservanza del diritto internazionale, come nel caso della citata Dichiarazione Universale dei diritti del fanciullo, e l’ineluttabilità di uno strumento sovrannazionale garante di una convivenza pacifica nel mondo vengono continuamente negate, dimenticate, calpestate, denigrate dal potere e dalla presunzione violenta di singoli Stati, ambiziosi Governi e criminali governanti. Continuamente indebolite e messe in discussione da rigurgitanti follie suprematiste, anacronistici biechi nazionalismi, multicolorati populismi e strumentale disinformazione.

A New York, in questi giorni nei quali si sta svolgendo l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, sembra finalmente acquistare credito la necessità di una profonda riforma del sistema ONU, a partire dalla composizione e dal funzionamento del Consiglio di Sicurezza ancora vincolato da un patto e da regole definite con il bilancino dei poteri e dei ricatti tra vincitori e vinti del secondo conflitto mondiale. Pesi, poteri e prerogative oggi del tutto superati, cancellati e ribaltati da un contesto mondiale che sempre meno corrisponde a quello di 80 anni orsono. Prevaricazioni, diritti fasulli e pretestuosi di un vecchio mondo non più accettabili e sempre meno accettati dalle nuove potenze globali e dagli sfruttati di sempre.

Un patto per il futuro”: questo il titolo del documento di 42 pagine con il quale il Segretario Generale ONU Antonio Guterres sta provando a dar compimento ad un percorso tentato da suoi predecessori e regolarmente bloccato e boicottato da Governi preoccupati di estrarre ogni goccia di profitto e ogni possibile tornaconto dal pianeta e dai suoi occupanti umani, animali, vegetali e minerali. Anche quando tutto ciò chiede il prezzo delle vite di bambini. Di quei bambini che i loro predecessori 100 anni fa hanno saggiamente voluto come intoccabili e visto come sacralità di un futuro per l’intera umanità.

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