Consentito “speculare” anche sulle rimesse degli immigrati

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Di questi giorni un’insistente pubblicità sulle principali reti televisive italiane che promuove un servizio di money transfer di una delle principali società che opera in questo campo. Il messaggio principale quello che propone trasferimento di denaro verso i Paesi di origine degli immigrati ad un costo “a partire da 4,90 Euro”. Ma cosa vuol dire? Come si può lanciare messaggi così devianti per un problema così spinoso e vitale per migliaia di poveri cristi?

Come noto, quello del trasferimento di denaro da parte degli immigrati verso i loro Paesi di origine e le loro famiglie è al tempo stesso una delle maggiori fonti di sostentamento dei familiari rimasti in patria, una delle più importanti entrate per i bilanci di molti Paesi in Via di Sviluppo e, infine, anche uno dei maggiori problemi che necessiterebbero essere affrontati per migliorarne efficienza e giustizia.

Per comprendere l’entità del fenomeno diamo qualche dato significativo: le cosiddette “rimesse” – le somme di denaro inviate a casa propria dagli immigrati – hanno raggiunto la considerevole cifra di 400 miliardi di dollari all’anno.  Somma che corrisponde a ben quattro volte, cioè, quanto stanziato da parte di tutti i Paesi donatori con l’Aiuto pubblico allo Sviluppo che oggi ammonta a circa 100 Miliardi di dollari; che, per un Paese come l’Ecuador, ad esempio, costituisce la seconda voce di bilancio dello Stato dopo i proventi della vendita del petrolio e prima di quelle del commercio delle banane; cifra che nonostante  la crisi economica e finanziaria in corso, ha subito un calo di soli 9 punti percentuali denotando la capacità di risparmio dei migranti e anche la durabilità di questa fonte di finanziamento. Un business, di conseguenza, di grande rilevanza per quei soggetti moltiplicatisi negli ultimi anni, che offrendo un servizio di transazione bancaria al tempo stesso guadagnano ingenti fortune grazie ai costi applicati a tale servizio: mediamente, per quelli onesti, si parla di una media del 10-15% delle somme trasferite.

La pubblicità alla quale facevo riferimento, pubblicizza la fornitura del servizio con costi ” a partire da 4,90 Euro”. Un messaggio accattivante che però, viene da chiedersi, cosa realmente significhi. Come per altre pubblicità “fallaci”, occorrerebbe che il garante per la pubblicità intervenga per chiedere maggior trasparenza e per impedire che anche su questa partita così fondamentale per persone che lavorano e guadagnano con sacrifici enormi il pane quotidiano per se e per i propri familiari sia oggetto di subdoli messaggi devianti. Oltre a ciò, bisognerebbe che il nostro Governo si ricordasse di quanto promesso nel Vertice G8 del 2009 a l’Aquila, nel corso del quale per bocca del Ministro degli Esteri Franco Frattini aveva annunciato, con grande enfasi, la volontà di ridurre al 5% il tasso applicabile al trasferimento delle rimesse degli immigrati in Italia quale misura urgente per garantire ad essi un sostegno concreto.  Questo, tanto più oggi alla luce dei drastici tagli previsti con la legge di stabilità 2011 anche sui capitoli relativi ai fondi per l’integrazione e l’accoglienza degli immigrati.

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