spese militari

A Cernobbio, Tajani come Moshe Dayan
“Bisognerebbe aumentare la spesa militare ……. La strategia militare è strategia di politica estera …. è strategia di pace, non di guerra …. L’Europa ha bisogno di più difesa ed eserciti …. ”. L’intervento del Ministro degli Esteri e della Cooperazione Antonio Tajani mi ha richiamato alla mente un altro Ministro. Di altra epoca, certo, ma che sosteneva le stesse tesi oggi riecheggiate a Villa d’Este. Viste le strategie convergenti e ancora di moda, non vorrei che, come nella patria di Moshe Dayan, ci aspettasse mezzo secolo di guerra, guerriglia

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 Il fil rouge sotteso tra Nashville, Kiev e la Val Trompia
Il mondo è scosso dall’ennesima folle sparatoria accaduta a Nashville, a spese di vittime civili, inermi ed estranee ed operata, in quest’ultimo caso, addirittura da una donna adolescente. Le dichiarazioni, per ora solo d’intenti, e le ipotetiche misure annunciate dal Presidente Biden per lo stop alla diffusione e vendita delle “armi d’assalto”, sottinteso lasciando piena libertà a quelle delle piccole armi convenzionali, oscillano tra il surreale e il ridicolo. Dal lato opposto, sia geograficamente che idealmente, il mondo è anche scosso, o perlomeno preoccupato, dalle azioni perpetrate con armi ben

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No alla guerra: ancora più convinto il “senza se e senza ma”.
Lo scrivevamo un anno fa con due post su Facebook: la guerra, anche in Ucraina, non risolverà nulla. Lo diciamo da decenni insieme a milioni di italiani: no alla guerra senza se e senza ma. Lo impone la nostra Costituzione quando recita “L’Italia ripudia la guerra”. La realpolitik e l’accomodamento dei tanti sostenitori “dell’inevitabile” e degli ancor più numerosi accondiscendenti con “è l’unico modo per difendersi e ristabilire la pace” si infrange una volta di più contro l’evidenza dei fatti: l’escalation della violenza e della lotta armata è fatta di

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Aumento della spesa militare tra maggioranza e dissenso
In questi giorni molti media nazionali manifestano un particolare accanimento nei confronti dei dissensi interni alla maggioranza di Governo rispetto alla volontà di aumentare fino al 2% del PIL il costo per la difesa. Come noto, tale decisione viene motivata dal Premier Draghi con il “doveroso rispetto degli impegni internazionali” assunti dal nostro Paese, nella fattispecie con la NATO. Nel merito, ho già commentato tale scelta. A questo pensiero, oggi aggiungo il parere di esperti di settore che induce a riflettere su come questo investimento avrebbe una ripercussione fattiva nel

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Camera: aumento delle spese militari fino al 2% del PIL: "pazzi!"
La Camera dei Deputati ha approvato, a larghissima maggioranza, l'Ordine del Giorno presentato dalla Lega che impegna il Governo ad aumentare la spesa militare fino al 2% del PIL. Tradotto in cifre, ciò significherebbe passare dall'attuale costo di 25 miliardi all’anno (68 milioni al giorno) a 38 miliardi (104 milioni al giorno). Il Premier Draghi, da Bruxelles, a fronte delle contrarietà espresse da alcune forze politiche fa sapere che non si sta facendo altro che rispettare un impegno assunto a livello internazionale, in particolare con la NATO. La stessa motivazione

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L'Italia ratifichi il Trattato contro le armi nucleari
Un anno fa, il 22 gennaio 2021, entrava in vigore il Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW) …. purtroppo senza la ratifica dell’Italia. Ancora a distanza di un anno, sebbene l’87% degli italiani si sia decisamente espressa a favore dell’adesione del nostro Paese (secondo un sondaggio realizzato nel novembre 2020 da YouGov), e nonostante un nutrito cartello di associazioni e organizzazioni internazionali e italiane abbia inoltrato appelli e mobilitato risorse per indurre il Governo a compiere questo passo, l’Italia rimane inspiegabilmente fuori dal coro. A nulla, sino ad oggi,

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