dibattito politico

Ius Scholae: favorevole il 60% degli italiani
Senza cittadinanza italiana il problema più grave per i bambini stranieri nati nel nostro Paese, ma che non hanno ancora ottenuto il diritto di cittadinanza, è quello di “Non sentirsi riconosciuti nel Paese in cui si vive fin da bambini e temere di non potervi rimanere per difficoltà lavorative dei genitori”. A pensarlo è il 65% degli italiani. Percentuale praticamente identica a quella di nostri concittadini che si dichiarano d’accordo con lo ius scholae. E se il rilevamento di questa maggioranza potrebbe sembrare “ovvia” tra gli elettori di centro sinistra

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La politica ha il compito di ricomporre le fratture sociali, non quello di alimentarle
Una stella di David è dipinta sulla casa di una famiglia ebrea a Milano. A Camporotondo Etneo, in Consiglio comunale, un Consigliere fa il saluto nazista e grida “Heil Hitler”. Alla manifestazione di Roma pro-Palestina un manifestante brucia la bandiera israeliana, a Denver quella americana e a Varsavia i neo-fascisti quella dell'Europa. A Vienna si incendia la sezione ebraica del cimitero e spuntano svastiche sui muri del camposanto. Un Direttore di giornale si scaglia in diretta contro un altro ospite intimandolo di “tirar fuori le palle” per dichiarare “con chi

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Quando il cuore delle città pulsa della sua gente
Ieri sera, la Piazza della nostra città è tornata a vivere. Centinaia di persone, in maggioranza cristiani e mussulmani, hanno risposto all’appello della Commissione Cultura delle parrocchie cittadine per un momento di convivialità condiviso. Ieri sera in Piazza c’era la Città. Quella città che, piacente o dolente per alcuni, è sempre più multietnica, multireligiosa e multiculturale; città che a fatica mantiene un tasso demografico appena costante grazie ai 3.500 cittadini stranieri, l’8.7% della popolazione, dato registrato prima della “invasione”, non bollata come tale, provocata dalla guerra in Ucraina; che mantiene

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La maternità surrogata non è argomento da talk show
Le problematiche complesse e eticamente fondamentali come quella relativa alla maternità surrogata e alla genitorialità non possono essere trattate in talk show di pochi minuti. Soprattutto se come in questi giorni, in nome della ricerca spasmodica dell’audience televisiva, si invitano a discuterne posizioni radicalmente opposte e, spesso, più improntate al populismo piuttosto che al veritiero approfondimento del problema a vantaggio della costruzione di opinioni personali e quanto più possibile circostanziate. Se, poi, tutto ciò accade ad una trasmissione moderata da una giornalista nota per il suo schieramento cultural-politico, come nel

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