crisi umanitarie

ONU e multilateralismo alla mercé dei potenti
La sospensione dei finanziamenti all’Agenzia ONU per i Rifugiati Palestinesi (UNRWA) è decisione assurda, ingiusta, pretestuosa e disastrosa. Il fatto che, ad oggi e con il rischio di rapido incremento, siano ben 10 gli Stati che hanno deciso in tal senso – Australia, Austria, Canada, Finlandia, Germania, Giappone, ITALIA, Paesi Bassi, Regno Unito, USA - conferma come il multilateralismo sia tutt’altro che consolidato, che la consapevolezza circa l’irrinunciabilità a entità sovrannazionali in grado di governare fenomeni sempre più globali ed interdipendenti, che nazionalismi e becere nostalgie revansciste sono gli alibi

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Chi paga il calo della benzina?
La felicità di tornare a fare il pieno di benzina spendendo quanto dieci anni fa, si smorza contro lo scoglio del reperimento delle risorse per il finanziamento degli interventi umanitari e di soluzione dei conflitti, sempre più numerosi nel mondo, nonché per fronteggiare l’emergenza migrazioni. A confermare questo scenario è lo stesso Segretario Generale ONU Ban Ki Moon che ha ricordato agli Stati membri come siano ben 40 su 193 i Paesi che stanno attraversando una crisi umanitaria. Una situazione che ha portato la quantità di fondi richiesta dalle Nazioni Unite

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Migranti: bisogna riformare le Nazioni Unite
L’emergenza migranti sta giustamente mobilitando personalità, istituzioni, associazioni e opinione pubblica. Gli appelli, le riflessioni e le proposte si alternano quotidianamente su media, nei palazzi della politica e nelle preoccupazioni della gente comune. Altrettanto accade per l’imputazione delle responsabilità delle cause così come delle presunte soluzioni. Ognuno ritiene, a torto o a ragione, che qualcun altro dovrebbe agire e altri dovrebbero fare di più. Tra i maggiori imputati, oltre alle politiche dei governi dei Paesi di provenienza e delle relazioni internazionali, Unione Europea e Nazioni Unite. La prima nuovamente manifesto

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Verso la pace in Congo

Verso la pace in Congo
Oltre 320 mila rifugiati, 1,6 milioni di sfollati e centinaia di migliaia di morti sono i numeri funesti che descrivono la cruenza e la drammaticità della guerra civile che da anni imperversa nella regione del Kivu, la parte più orientale della Repubblica Democratica del Congo. Ieri, 12 dicembre 2013, con la storica quanto attesa firma della “Dichiarazione di Nairobi”, un passo importante verso un esito pacifico di questa sanguinosa guerra è stato compiuto grazie alla mediazione della Conferenza Internazionale della Regione dei Grandi Laghi – CIRGL rappresentata per l’occasione dal

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