Cambiamenti Climatici: ancora parole senza impegni

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Chiusisi ieri a Bangkok, i “climate change talks” lasciano ancora una scia di pareri discordanti circa gli esiti di questa importante passo verso la preparazione della 18° Conferenza ONU sui Cambiamenti Climatici che si terrà a Doha dal 26  novembre al 7 dicembre di quest’anno. A fronte delle dichiarazioni ottimiste di Christiana Figueres – Segretaria Esecutiva del UNFCC (United Nation Framework on Climate Change) – si alzano le proteste e le delusioni delle Organizzazioni di società civile presenti ai colloqui tailandesi che scaturiscono dai ripensamenti della UE e dalle ennesime provocazioni di USA e dei suoi principali Paesi alleati contro ogni imposizione vincolante da parte delle Nazioni Unite.

Se la Figueres, da una lato, ha dichiarato che “i negoziati tra i governi a Bangkok hanno permesso di andare più lontano di quel che ci si aspettasse in più settori e questa è di buon augurio per superare il nuovo capo di Doha”, dall’altro l’Unione Europea sembra ritornare sulle proprie dichiarazione e sugli impegni assunti nella precedente tornata negoziale di Durban ritrattando l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas inquinanti del 30% entro il 2020, mentre gli USA, spalleggiati dai Paesi maggiormente inquinanti, rifiutano ogni accordo vincolante in tema di cambiamenti climatici. Addirittura, il loro capo negoziatore Todd Stern, dopo aver ribadito che “gli obiettivi climatici a livello internazionale sono stati fissati in modo irrealistico”, ha chiesto che “l’ONU taccia su questi temi”.

Le preoccupazioni per la COP 18 aumentano con l’avvicinarsi della sua apertura e i dubbi circa l’utilizzo “alla carta” delle risoluzioni e delle raccomandazioni ONU permane come uno degli scogli più scoscesi da superare per una governance globale votata al bene comune e ai diritti universali. Si invocano i deliberati ONU per il controllo della repressione del governo siriano, come ad esempio ha recentemente fatto il nostro Ministro degli Esteri Terzi di Sant’Agata, mentre si chiede il suo silenzio quando le parole del Palazzo di Vetro ledono gli interessi e i privilegi discriminatori dei paesi più ricchi e più potenti.

(articolo pubblicato su Repubblica.it)

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