Quando si confonde il Papa con Gesù Cristo

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Papa Francesco è un grande; sta rivoluzionando molte cose, ivi compreso il modo di comunicare con la gente usando linguaggi diretti, duri e veritieri. Ciò premesso, Francesco è anche un personaggio popolare, quindi ipermediatizzato e, come sempre in questi casi, piegato dai media alle contingenze più o meno pertinenti.

Confesso di seguire il TG de La7 considerandolo il notiziario televisivo meno gossipparo. Per questo anche questa sera ho seguito le notizie commentate dalla giornalista di turno che si è prodigata in considerazioni al riguardo delle parole pronunciate dal Santo Padre in occasione dell’apertura della terza porta santa a San Giovanni in Laterano. Nel servizio si sono attribuite a Papa Francesco parole e sentenze definite “come sempre chiare e molto dirette” che invece altro non sono che le parole del Vangelo domenicale. Peraltro, rimescolando alcune asserzioni a piacere, probabilmente dati i fatti più salienti di questi giorni.

L’imperativo di “non esigere più di quanto vi è stato fissato” da parte dei pubblicani, ovvero degli esattori delle tasse venduti per denaro ai dominatori dell’impero romano, facilmente interpretabile come accusa esplicita alla pratica della corruzione, è per l’appunto chiaramente iscritto nel vangelo di Luca letto in tutte le chiese cattoliche in questa terza domenica di Avvento. Non quindi ulteriore esternazione di Bergoglio, ma parola del Signore, come esortato al termine della lettura nella liturgia domenicale. Per contro, anche se la giornalista non ha esitato a riportare come messaggio di Papa Francesco rivolto agli odierni corrotti banchieri sotto inchiesta, l’esortazione “non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe” è indirizzata nel Vangelo ai soldati dell’epoca e di ogni tempo. Le necessità di semplificazione strumentale per ricondurre artificiosamente ogni posizione di personaggi in vista come il Papa ai fatti di cronaca ha ancora una volta volutamente o ignorantemente storpiato quello che avrebbe dovuto essere presentato semplicemente come la Parola, e non come un’ulteriore esternazione del Pontefice. Ma in questi giorni non è la a volte comprovata violenza delle forze dell’ordine a tenere banco sui media, quanto la corruzione e la mala gestione di finanzieri e banchieri.

Oggi fa tendenza riportare ogni parola del popolare successore di Pietro, mentre è assolutamente demodé rifarsi al messaggio originale del Vangelo, anche quando il Papa non fa altro che leggere questo testo.

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