I cambiamenti climatici si possono controllare

Con l’avvicinarsi della data di apertura della 20° Conferenza delle Parti sui cambiamenti climatici (COP20) convocata dalle Nazioni Unite a Lima dal 1 al 12 dicembre p.v., i dati delle analisi di esperti e scienziati si avvicendano rapidamente con un’univoca indicazione: i cambiamenti climatici stanno irrimediabilmente compromettendo la sostenibilità della vita sul nostro pianeta, ma contemporaneamente, dimostrano chiaramente come le possibilità di invertire le tendenze attuali siano alla portata.

Di sicura rilevanza sono le indicazioni emerse con la pubblicazione del Synthesis Report (SYR) pubblicato dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), gruppo di oltre 800 scienziati di tutto il mondo voluto dall’ONU per fornire analisi e proposte concrete da sottoporre al prossimo Summit di Lima e a quello ancor più decisivo, per le scadenze dei precedenti impegni assunti, di Parigi del prossimo 2015. Un rapporto che innanzitutto pone fine alle diatribe tra quella parte di comunità scientifica che ancora si ostina a negare la determinante causa antropica nei cambiamenti del clima planetario e chi da tempo dimostra come i comportamenti individuali e collettivi delle persone siano la principale variabile delle modificazioni avvenute e delle prospettive di soluzione future. I risultati del SYR non ammettono interpretazioni. Si legge: “L’influenza dell’uomo sul sistema climatico è chiara ed in aumento, con delle incidenze osservate su tutti i continenti. Se non li gestiamo, i cambiamenti climatici accresceranno il rischio di conseguenze gravi, generalizzate ed irreversibili per l’essere umano e gli ecosistemi. Tuttavia, disponiamo di opzioni per adattarci a questi cambiamenti e delle attività rigorose di attenuazione possono limitare le conseguenze dell’evoluzione del clima ad un livello gestibile, nel quale è più percorribile un avvenire migliore”. Dati e conclusioni che hanno portato il Presidente dell’IPCC Pachauri ad affermare che “Abbiamo i mezzi per limitare i cambiamenti climatici. Esistono numerose soluzioni che permettono uno sviluppo economico e sociale continuo. Abbiamo bisogno solo della volontà di evolvere, che, lo speriamo, sarà motivata dalla conoscenza e dalla comprensione della scienza dei cambiamenti climatici” e ancora “La giustificazione scientifica della priorità da accordare alle misure di lotta contro l’evoluzione del clima è più chiara che mai. Disponiamo di poco tempo prima che la congiuntura che permette di limitare il riscaldamento a 2° C non abbia fine. Perché possiamo avere una buona chance di restare al di sotto dei 2° C ad un prezzo gestibile, le nostre emissioni, sul piano mondiale, dovrebbero diminuire dal 40 al 70% tra il 2010 ed il 2050, e scendere a zero almeno entro il 2100. Abbiamo questa possibilità, la scelta incombe su di noi”.

Le stime di autorevoli esperti economici delle Nazioni Unite hanno recentemente stimato che l’impatto di misure efficaci per contenere entro i 2° centigradi l’innalzamento delle temperature sarebbe al quanto irrisorio e sicuramente sopportabile. Le anticipazioni del documento di questo gruppo di esperti indicherebbe come la crescita del 21° secolo, stimata in misura del 1,6-3%, subirebbe una diminuzione valutata nello 0,06%. Una piccolissimo rallentamento che, per contro, consentirebbe di affrontare e contrastare quello che oggi è a ragione considerata la più grande priorità della comunità internazionale. Ogni altra politica e qualunque velleità di prosperità futura, infatti, sono direttamente collegate alla determinazione di garantire un ambiente vivibile per natura e uomini. E’ sempre il presidente Pachauri ad affermare che “Le limitazioni degli effetti dei cambiamenti climatici pongono dei problemi di equità e di giustizia ma rendono necessario dare il via ad uno sviluppo sostenibile ed all’eliminazione della povertà. Le numerose persone più vulnerabili ai cambiamenti cimatici sono quelle che hanno contribuito e contribuiscono meno alle emissioni di gas serra. Non sarà possibile far fronte a questi cambiamenti se degli organismi particolari mettono davanti a tutto i loro interessi in maniera indipendente. Potremo lottare contro i cambiamenti climatici solo grazie a delle risposte cooperative e soprattutto ad una cooperazione internazionale”.

Leader religiosi, attivisti e organizzazioni di società civile non cessano di provocare i decisori politici perché assumano con determinazione le scelte adeguate a vincere questa battaglia. Ogni individuo è chiamato a fare il suo dovere e ad assumere le rispettive responsabilità per sdoganare dalla retorica l’adagio per il quale “abbiamo ereditato il pianeta dai nostri figli ai quali dobbiamo riconsegnarlo in uno stato migliore di quello in cui lo abbiamo trovato”.

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