Sostenibilità: una responsabilità di tutti

L’autorevole Worldwatch Institute come ogni anno ha pubblicato il suo rapporto “State of the world 2014”. In occasione del 40° della sua fondazione, l’Istituto riafferma la impellente necessità di una piena partecipazione ai processi decisionali e di una completa informazione e coscienza dei cittadini affinché la lotta alle ingiustizie, ai cambiamenti climatici e, in definitiva, il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile abbiano l’efficacia sperata.

I cittadini che si aspettano che i loro governi si mettano alla guida della sostenibilità sono stati gravemente delusi negli ultimi anni” si legge nel Rapporto. “Dalle politiche in gran parte inefficaci e le conferenze internazionali sul clima, alla mancata approvazione di una significativo legislazione sul clima negli Usa, i progressi dei governi sono stati spesso poco brillanti (…). L’azione sul cambiamento climatico, la perdita delle specie, l’ingiustizia e le altre crisi sono state guidate in tutto il mondo da cittadini, donne e movimenti di base, spesso in opposizione alle agende perseguite dai governi e dalle big corporations”.

Sino a quando la finanza internazionale continuerà a restare svincolata dalla responsabilità per un futuro sostenibile e dalla ricerca di strumenti e di politiche atti a raggiungere gli obiettivi di sviluppo delle popolazioni e a tutelare i loro diritti fondamentali, il domani del pianeta sarà incerto e la sopravvivenza dell’umanità in serio pericolo. L’attività finanziaria deve, al contrario, tornare a servire il bene pubblico e l’economia reale per garantire occupazione, lavoro dignitoso e sviluppo sostenibile quali basi di quella maggior giustizia sociale unica precondizione per una responsabilità condivisa nei confronti dei destini della terra.

Governance democratica, partecipazione, lotta alla corruzione, nuova cultura ecologica sono gli ingredienti per una ricetta vincente per i governanti e per le cittadinanze di tutto il mondo. C’è lavoro per tutti: dalle ONG ai Governi, dai manager di industria ai leader sindacali, dai produttori agricoli ai consumatori finali.

(articolo pubblicato su Repubblica.it)

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