EXPO 2015, cooperazione internazionale e investimenti in politica estera per rilanciare l’Italia

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Di ieri la notizia secondo cui sembrerebbero esserci le basi per un accordo che garantisca una corsia preferenziale all’interno del ‘patto di stabilità interna’ per i finanaziamenti dell’EXPO. Investire con determinazione e con lungimiranza in una operazione come quella di EXPO 2015 e dotare questo evento delle risorse necessarie per la sua migliore realizzazione significa aver compreso che solo con impegni di rilancio del nostro Paese sulla scena internazionale si può pensare ad una vera ripresa economica duratura e concorrenziale sui mercati e nella politica internazionale.

Una prospettiva positiva per il Paese, dato che Milano nel 2008 ha avuto la meglio sulla temibile candidatura alternativa di Smirne grazie a una delle rare azioni bipartisan della nostra politica, e soprattutto dopo anni di braccio di ferro tra Regione Lombardia, Comune di Milano e privati – senza dimenticare il lavoro per la lottizzazione partitica per l’accaparramento dei posti chiave delle società e delle strutture di gestione dell’EXPO – e dopo lo sblocco ottenuto qualche mese fa in merito alla destinazione e all’utilizzo dei terreni e il via libera concesso ai primi lavori infrastrutturali.

Il 2015 è dietro l’angolo e gli impegni da confermare e il lavoro da compiere in vista dell’EXPO è tanto. Una mole straordinaria anche rispetto alle doverose e urgenti misure di contenimento della spesa pubblica e di riduzione dei costi in eccesso, partendo da quelli della politica. Ora l’auspicio è che il Governo che si sta formando in queste ore e il Premier che sarà incaricato dal Capo dello Stato di assumersi la pesante responsabilità di rimettere sui giusti binari l’Italia e la sua economia, vorrà continuare in questa direzione. Oltre all’EXPO 2015, per garantire un futuro economico e sociale sostenibile al Paese servono, però, anche una forte politica estera e una cooperazione internazionale riposizionata tra le grandi priorità del prossimo programma politico. Senza un ruolo internazionale all’altezza di un Paese membro del G20, infatti, il destino dell’Italia non potrà che avviarsi definitivamente verso un declino economico ed una implosione politica e sociale preoccupanti.

(articolo pubblicato su Repubblica.it)

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