Frattini: “nostro dovere rispettare gli impegni internazionali”. D’accordo, purché valga sempre e per tutti .

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Un altro militare italiano ha oggi perso la vita in Afghanistan. Un altro nome, quello del Tenente Massimo Ranzani di anni 37, si va ad aggiungere alla drammaticamente lunga lista di caduti in quei territori con le missioni militari internazionali che annovera per  il solo 2010 ben 712 nomi contro i 519 del 2009. Il primo doveroso commento non può che essere quello del cordoglio, della vicinanza ai suoi familiari e del rispettoso lutto che il Paese intero deve vestire.

Ma detto ciò, non ci si può esimere dal commentare le dichiarazioni pronunciate da membri del Governo italiano tra le quali alcune sinceramente sbalorditive e contraddittorie.

La contraddizione, innanzitutto, emerge leggendo le parole pronunciate dal Ministro della Difesa Ignazio La Russa – “La linea non cambia di fronte a un evento luttuoso. Le scelte si fanno a prescindere da questo, tenendo certo conto anche del sacrificio che certe scelte comportano” – se messe a confronto con quelle del Presidente del Consiglio Berlusconi che, in verità non per la prima volta, non ha sottaciuto i dubbi rispetto alla efficacia e alla validità della nostra presenza in Afghanistan. Il Presidente del Consiglio ha infatti dichiarato che “è un tormento e un calvario e ogni volta ci domandiamo se questo sacrificio che compiamo, con il voto unanime del Parlamento e con il consenso di tutti gli italiani, se questi siano veramente sforzi che servono e che vanno in porto. Lo speriamo veramente.” I due, per l’appunto, sembrerebbero non appartenere alla stessa compagine governativa. Oltre a non comprendere assolutamente a quale unanimità parlamentare Berlusconi si riferisse, la contraddizione è così palese che un terzo esponente del Governo ha ritenuto di intervenire per  tentare una interpretazione unificante, ma  che altro non fa che aggravare la vicenda. Il Ministro degli Affari Esteri franco Frattini, infatti, ha commentato le parole dei due colleghi di governo spiegando come “è chiaro che la domanda” che si pone Berlusconi “ce la poniamo tutti”,  e aggiungendo che, però, “la risposta ce la dà la comunità internazionale” la quale “ci chiede di rimanere uniti, di continuare a sostenere la stabilizzazione dell’Afghanistan e di rispettare gli impegni internazionali che abbiamo preso con la Nato e le Nazioni Unite”.

E per fugare i possibili dubbi e le esitazioni che fortunatamente suscitano le vittime della logica insulsa della guerra e della violenza, a quanto pare ivi compresi quelli del suo Premier,  il Ministro Frattini ha anche ribadito come sia “nostro dovere rispettare gli impegni internazionali che abbiamo preso con la Nato e le Nazioni Unite”.

Potremmo anche addirittura concordare con il titolare della Farnesina, ma a patto che ciò valga sempre e per tutti gli impegni, e non solamente per quelli utili alla propaganda di partito e di governo o strumentali a interessi e fini ormai conosciuti quali soggiacenti agli interventi in Medio Oriente e, più in generale, con le guerre provocate in giro per il mondo.

Sembra che a questo Governo, o almeno ad alcuni dei suoi rappresentanti, il sacrificio di migliaia di giovani mandati al fronte in una guerra che anche sul piano militare ha ampiamente dimostrato la sua inefficacia, altro non sia che il costo da sacrificare alla “ragion di stato”.

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