Comunità Energetiche Rinnovabili a Cantù: avanti tutta, ma …….

Con Delibera di Giunta dello scorso 27 aprile, l’Amministrazione comunale di Cantù ha formalizzato l’intenzione di procedere con la costituzione di due Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) ancorate alle due Cabine primarie presenti sul territorio canturino.

Il percorso che ha portato a questo primo importante atto della Giunta comunale, dimostra che le buone idee, oltre che essere sempre apprezzabili e condivisibili, possono anche costituire, per forza o per convinzione, punti di convergenza del buon senso di parti politiche e matrici culturali diverse e superare, in nome della loro valenza, le contrapposizioni pur permanenti su altre vicende.

La Delibera citata, infatti, origina da un’iniziativa popolare di raccolta firme promossa dalla sezione cittadina del Partito Democratico, che ha determinato la convocazione di una Assemblea pubblica sull’argomento tenutasi lo scorso 12 dicembre 2022 al Salone dei Convegni di piazza Marconi. Gli esiti di questa seduta, poi, hanno indotto l’attuale Amministrazione comunale a procedere nella direzione, peraltro sollecitata e sponsorizzata dal Governo e dalla Regione Lombardia, della promozione di CER locali.

Ciò premesso, tuttavia, prendendo visione del testo della Delibera non ci si può esimere da alcune considerazioni di merito. In continuità di pensiero con quanto già discusso su questo mio Blog, rimango dell’idea espressa a suo tempo che metodo e percorso intrapresi per una così complicata ed innovativa problematica, non possano che discendere dalla ferma convinzione circa la necessità di un ampio coinvolgimento e di una diffusa partecipazione della cittadinanza. Scrivevo all’indomani dell’Assemblea pubblica che: “Insediare le Comunità in siffatti contesti (dicasidel disinteresse della collettività ai beni comuni e agli altrui destini e con un’abitudine consolidata alla delega disimpegnante; n.d.r.) potrebbe tramutarsi in un’impresa vana se non preceduta da opportuni percorsi e processi di consapevolizzazione, di sostegno e di accompagnamento alla cittadinanza attiva diffusa”.

L’iniziativa della Giunta, lodevole nell’aver proceduto con la consultazione di alcune Associazioni di categoria al fine di formulare la “Manifestazione di Interesse” alle costituende CER pubblicata in vista dell’ottenimento di finanziamenti disponibili con i Bandi regionali e del PNNR, ha raccolto l’adesione di 7 soggetti produttivi operanti nel territorio, alcuni dei quali, tra l’altro, ricoprenti ruoli all’interno delle stesse Associazioni. A questi, per completezza di informazione, si aggiunge naturalmente il Comune sia in qualità di “referente” del progetto, sia con l’inserimento nel pre-progetto delle pensiline fotovoltaiche di 8 parcheggi pubblici cittadini. Dunque, la Manifestazione di interesse è stata chiusa con il coinvolgimento di 5 soggetti interessati in quanto “consumatori” (consumer) e 3, Comune compreso, in qualità di “produttori-consumatori” (prosumer).

Tale adesione da parte di sette meritevoli imprese su un totale di oltre 1.000 attività produttive presenti nel comune o, volendo utilizzare un altro termine di confronto, di sette cittadini su una popolazione riferita al territorio di incidenza delle due CER di oltre 50mila abitanti, porta a due possibili considerazioni. La prima è quella più ottimistica: ovvero che, nel caso di finanziamento e conseguente reale implementazione delle due CER, questi pionieri fungano da esempio e volano per il trascinamento di altri numerosi cittadini. Ruolo che, senza dubbio, potrebbero svolgere vista la loro notorietà e la loro incidenza nel tessuto produttivo locale.  La seconda, un po’ meno entusiasmante e auspicabilmente meno probabile, che un simile rapporto tra i dati di insieme e quelli dei partecipanti all’iniziativa lasci spazio al sospetto del mero calcolo di interesse immediato o di breve termine o addirittura dell’ennesima operazione per non rimanere esclusi dalla kermesse di falsa partecipazione posta a presupposto per il conseguimento delle risorse e dei finanziamenti disponibili a tale condizione.

Per mia indole, e per beneficio di inventario, propendo più per l’ottimismo. Tuttavia, senza per questo incedere all’ingenuità. Ribadendo l’importanza di questo primo passo sulla giusta strada e la valenza di esperienze pilota in qualsivoglia terreno innovativo, altrettanto mi aspetto che la richiesta di finanziamento per le prime due CER canturine contempli risorse, competenze e luoghi significativi per una ampia azione di sensibilizzazione, di formazione e di diffusione nel territorio di questa pratica virtuosa.  

Drenare risorse sovrannazionali, nazionali e regionali in favore di Cantù è cosa buona e giusta se abbinata alla tensione costante per una loro equa ridistribuzione a beneficio dell’insieme della comunità, sempre prevalente su singole parti di essa. Almeno così dovrebbe essere.  

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