Politica estera UE: voto insufficiente per la difesa dei diritti umani

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Il 20 aprile scorso  è stato presentato a Roma  il Rapporto European Foreign Policy Scorecard 2010, la prima valutazione annuale della performance dell’Ue in politica estera, realizzata grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo. Il giudizio di sintesi che emerge dallo studio sembra essere quello di una crisi finanziaria che ha contribuito alla marginalizzazione, nelle capitali europee,  delle questioni internazionali e che l’Ue è più efficace quando agisce unita.

40 ricercatori dei 27 Paesi membri dell’Ue hanno analizzato 80 settori di policy, divisi per sei macro aree: relazioni con Cina, Russia e Stati Uniti, politica di partenariato ad Est, gestione delle crisi e delle questioni multilaterali.

In sintesi i principali risultati del Rapporto indicano che:

  • I successi. Sono stati assegnati 8 voti “eccellenti” che vanno dalla partnershipcon gli Stati Uniti sul terrorismo, all’approccio comune nei confronti dell’ Iran e sulla proliferazione nucleare, al riavvicinamento tra Polonia e Germania (che ha contribuito al miglioramento dei rapporti con la Russia), all’intervento umanitario ad Haiti promosso dalla Commissione Europea.
  • fallimenti. Sono state assegnate quattro “insufficienze gravi” per la questione dei diritti umani in Cina; la posizione nei confronti del Dalai Lama e Tibet; le relazioni bilaterali con la Turchia e lo status di Cipro. Questi insuccessi sono causati dalla mancanza di un’azione comune dell’Ue e dalle posizioni assunte dai singoli Stati, tra cui Germania, Francia e Cipro, per quanto riguarda i rapporti con la Turchia.
  • L’Europa è risultata divisa anche sulle relazioni  Stati Uniti-NATO, sul raggiungimento degli Obiettivi del Millennio, sulla politica in  Afghanistan, sull’approvvigionamento del gas  e sulla difesa dei diritti umani, sia in Turchia che in Cina.
  • L’Europa ha totalmente trascurato il crescente autoritarismo in alcuni dei paesi ad Est, tra cui l’Ucraina e la Bielorussia.
  • L’Europa ha anche fallito nella difesa dei valori su cui si fonda. Quattro degli 8 voti più bassi sono stati assegnati ai settori di policy riguardanti la libertà d’informazione e la difesa dei diritti umani.

Il Rapporto  guarda anche alle 3 sfide che l’Europa dovrà affrontare nel 2011: la crisi economica e il rischio che l’Europa si divida in due fronti; la situazione in Nord Africa dove l’illusione di poter scegliere tra dittatori “stabili” e radicalisti islamici è ormai tramontata e dove l’Europa ha ora l’occasione storica di sviluppare una politica di vicinato fondata sui valori democratici; la governance globale nella quale ancora l’Ue non ha dimostrato di saper giocare un ruolo chiave.

(articolo pubblicato su Repubblica.it)

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