Moschea a Cantù: Referendum sia!!!

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L’ennesima sentenza che conferma il diritto dell’associazione Assalam e della comunità islamica canturina di disporre di un luogo di culto ha fatto nuovamente sbraitare il cittadino sottosegretario Nicola Molteni. Dai principali media locali ha riaffermato, per dirla in breve: Mai la moschea a Cantù!

In altro post di questo sito ho già ammesso e confessato la mia inadeguatezza a formulare un giudizio in merito sul piano giuridico. Leggo e rifletto su quanto postato da Vincenzo Latorraca, l’avvocato che sin dall’inizio ha assunto la difesa di Assalam. Lascio agli esperti, ai ricorsi, alle istanze di ricorso e quant’altro dirimere la vicenda. Anche se, mi pare poter affermare, il pronunciamento della Corte europea dei diritti umani qualcosa dovrebbe significare e modificare. Proprio in nome di quella “civiltà giuridica” invocata da Molteni a contesto di riferimento delle posizioni negazioniste.

Questa volta, però, oltre a reiterare le risapute ragioni di stato che, a suo dire, sottendono il diniego del Comune per la moschea di via Milano, il fedelissimo della cricca delle supercazzole ha minacciato l’indizione di un referendum popolare cittadino per chiedere ai canturini e ai comaschi (??) se vogliono o no la moschea”.

Molto bene! Una volta per tutte chiediamolo ai canturini. Lo faccia!

Nel frattempo, tutti, credenti o meno, riprendiamo in mano la carte dei diritti umani fondamentali rinverdendo lo spirito dei padri fondatori della nostra democrazia; quelli che vanno in chiesa tutte le domeniche trovino il tempo di leggere l’ultima enciclica di papa Francesco “Dilexit nos; parroci e sacerdoti la spieghino dai pulpiti,  ai catechisti e agli educatori oratoriali; i partiti di minoranza, che mi auguro accettino la sfida, colgano questa occasione per tornare a parlare ai propri elettori e ai tanti canturini che non se li filano più; le liste civiche, ammesso che ancora ne esistano, tornino nei cortili e nelle piazze a muovere e scaldare gli animi raffreddati degli astenuti; gli iscritti ed elettori dei partiti di maggioranza riflettano sulla coerenza  di posizioni che poco o nulla hanno a che fare con quella libertà e quei valori di umanesimo che dicono essere loro ispirazione fondativa; i dirigenti delle associazioni e le centinaia di volontari che in esse agiscono in nome della carità cristiana o della vocazione umanitaria si riapproprino del loro ruolo di cittadinanza attiva anche nella sfera delle politiche cittadine; i canturini, gli abitanti delle frazioni in particolare, si interroghino in sincerità chiedendosi se la minaccia alla sicurezza del territorio a loro giudizio proviene da una comunità che prega il suo dio, come sostiene il Sottosegretario, o non da altri fattori, cause, dissesti idrogeologici, incompiute opere, abbandono dei giovani, scarse opportunità per gli adolescenti, cementificazioni selvagge, quartieri di serie “B” ed incommentabile edilizia popolare, disumanizzazione da centri commerciali, ecc.  …..

Referendum sia! dovessero avere un seguito le parole del sottosegretario, o forse anche a prescindere e da subito, promuovendo un Comitato cittadino per il “Si alla moschea”, finalmente capace di superare nefaste divisioni, improduttive separatezze e perdenti personalismi dentro la più ampia convergenza di forze e persone che alle false paure antepongono il futuro, al proibizionismo i diritti, alle fortezze la convivenza, alle barricate l’incontro, alla supremazia la democrazia.

Referendum sia! ma a condizione che chi così sicuro di sbancare il tavolo ci dica prima cosa è disposto a mettere sul tavolo in caso di sconfitta. Perché concedere il permesso sino ad oggi negato alla comunità musulmana di certo non ci basta. A ciò ci penseranno i tribunali. Pagare le spese processuali con i soldi di tutti i canturini, farebbe incazzare e sarebbe eticamente scorretto. Qualcuno dovrà pensare anche a questo.

Referendum sia! quindi, purché la posta in gioco sia reale e all’altezza della sfida e non, come dimostrato da loro leader di partito, solvibile solo in caso di vittoria.   

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