Giornata Mondiale della Terra

Era il 22 aprile 1970 quando 20 milioni di statunitensi scesero in piazza per rispondere all’appello del senatore democratico Gaylord Nelson per la difesa del nostro pianeta.

Da allora, ogni anno e in moltissime nazioni, il 22 aprile è la giornata nella quale ricordare a tutti, leader politici, decisori e singoli cittadini, che ogni abitante della terra, nessuno escluso, ha il diritto etico a un ambiente sano, equilibrato e sostenibile.

Nel corso di questi decenni, sono stai innumerevoli gli appelli lanciati in nome di una responsabilità condivisa, principio per il quale tutte le persone devono accollarsi un pezzo del compito di garantire un futuro vivibile. Tuttavia, le leggi del profitto e gli interessi di breve termine hanno impedito l’adozione di efficaci rimedi alla sconsiderata azione antropica che, come ormai universalmente riconosciuto, è la causa principale del degrado e della compromissione del nostro pianeta.

Fatta eccezione per il periodo dell’ultima pandemia durante la quale, non certo per volontà o per scelta, le emissioni nocive e i gas serra hanno subito un decremento, l’aumento dell’inquinamento è in costante crescita. Secondo ISPRA, ad esempio, l’Italia produce 11 milioni di tonnellate di gas serra oltre la soglia stabilita dalla Unione europea per il 2021 quale tappa intermedia per il raggiungimento di livelli compatibili con la sostenibilità del 2030 fissati in un 55% in meno entro questa data.

Come denunciato oggi dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, per l’Italia “Le stime preliminari di Ispra indicano che le emissioni di gas serra in Italia nel 2022 sono state di circa 418 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, un valore praticamente uguale al 2021, nonostante il calo dei consumi di energia. Questo è dovuto a un aumento del carbone e al crollo della produzione idroelettrica (-38%), tornata ai livelli degli anni ’50 a causa della siccità̀, con le rinnovabili ferme a 100 TWh, appena il 35% della produzione nazionale, ed eolico e solare in crescita di +3 GW, con l’Italia che è ancora fanalino di coda in Europa”.

Poco consola il fatto che anche a livello degli altri Paesi industrializzati i dati non siano più confortanti. Anzi, questa situazione di irresponsabilità collettiva altro non fa che aumentare l’urgenza di decisioni e conseguenti azioni efficacemente correttive di questo trend suicida.

Forse la chiave di volta, non fosse altro che per un approccio radicalmente diverso da quanto sino ad ora è stato il dogma sviluppista, sta in ciò che venne proposto alla Conferenza Mondiale sul Clima di Rio de Janeiro del 2012 dai rappresentanti dei popoli nativi del Sud America. Sorprendendo tutti i partecipanti, me compreso, per contrastare il concetto per cui la Terra è una risorsa da sfruttare ai fini dello sviluppo e del benessere umano, in quella sede venne avanzata la proposta, poi fatta propria dalle Nazioni Unite, che la “Madre Terra” sia depositaria di veri e propri diritti assimilabili a quelli delle persone. Diritti fondamentali e, quindi, inviolabili, universali, inscindibili da garantire, o da far rispettare, ai quattro angoli del pianeta.

Iscriviti alla newsletter

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *