Riduzione uso pesticidi in agricoltura: Italia – No Grazie!

La proposta della Commissione Europea di ridurre del 50% entro il 2030 l’utilizzo dei pesticidi in agricoltura, con la seduta del Consiglio europeo di ieri 12 dicembre è stata ancora una volta affossata dagli Stati membri; Italia compresa.

Con la richiesta fittizia di un’ennesima valutazione di impatto della misura sulle produzioni e di ulteriori dati tecnici, 17 Stati membri della UE hanno di fatto bloccato l’iter di applicazione di una direttiva quanto mai necessaria e attesa.

La proposta della Commissione, inserita nell’ambito del Regolamento comunitario SUR (Uso Sostenibile dei prodotti per la protezione delle piante), recepisce le numerose richieste avanzate negli ultimi anni dalle Organizzazioni di Società Civile e dalle Associazioni di Produttori biologici che hanno ormai ampiamente dimostrato come sia possibile produrre a sufficienza senza ricorrere all’uso di sostanze nocive per la salute e l’ambiente.

Questa prospettiva di maggior sostenibilità, ha incontrato il parere favorevole di Paesi grandi produttori agricoli, come Spagna, Francia e Germania, e il forte ostruzionismo dei Paesi dell’Est Europa ai quali si sono aggiunti Austria, Lussemburgo, Irlanda e Portogallo.

E l’Italia? Intanto vale la pena ricordare che, malauguratamente, la nostra produzione agricola si colloca in pole position per l’uso di pesticidi, dato dal quale deriverebbe la necessità, per rispettare la direttiva europea, di ridurre di ben il 62% le attuali quantità di prodotti di sintesi utilizzati in agricoltura.

Ciò premesso, bene sapere che dopo un pronunciamento favorevole del precedente Governo Draghi per tramite dell’ex Ministro all’Agricoltura Strefano Patuanelli, proponente di alcuni emendamenti costruttivi alla bozza presentata in Consiglio, lo scorso 16 novembre il nuovo Governo Meloni si è sorprendentemente schierato con il blocco est-europeo a favore del rinvio ad ulteriori valutazioni e arenando, di fatto, il processo di adozione della direttiva. Le incredibili motivazioni addotte? Frenare l’esodo agricolo; salvaguardare i territori marginali; non deprimere le produzioni; e da ultimo, garantire la sicurezza alimentare.

Come giustamente dichiarato da Federica Luoni – Coalizione Cambiamo Agricoltura – “c’è una forte retorica rispetto al fatto che il conflitto in Ucraina rappresenti una minaccia alla sicurezza alimentare, cosa che in realtà non è mai stata messa a rischio”.

Ora, il rischio che il Consiglio faccia ostruzionismo nei confronti di qualunque proposta della Commissione su questo tema diventa un probabile scenario futuro. Purtroppo, le potenti lobby dell’industria chimica l’hanno nuovamente spuntata sul diritto ad una vita salubre dei cittadini. Ancora una volta, il profitto l’ha avuta vinta sul benessere umano e il rispetto dell’ambiente, anche a causa di un atteggiamento del nostro Governo che declama la sostenibilità, ma agisce nella direzione opposta.

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