“Noi risponderemo sempre a ogni SOS”

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Questa affermazione lapidaria non è scaturita dalla tensione rabbiosa di qualche responsabile delle ONG impegnate nel soccorso dei “traversanti” del mar Mediterraneo, ma dalla autorevole responsabilità del Comandante della Guarda Costiera italiana, Ammiraglio Giovanni Pettorino.

In un’intervista pubblicata oggi sul quotidiano “La Provincia di Como”, l’Ammiraglio sostiene senza mezzi termini, né tantomeno esitazioni, che “Abbiamo risposto sempre, sempre rispondiamo e sempre risponderemo a ogni chiamata di soccorso”.

Le tendenziose domande di giornalisti alle quali io stesso ho dovuto rispondere in queste settimane, le interviste in buona parte pilotate che diversi media hanno rivolto a operatori delle ONG attive nel recupero di naufraghi, vittime, profughi e migranti avventuratisi sui natanti della speranza che tentano l’attraversata del Mare Nostrum, le insinuazioni generaliste di membri de Governo e parlamentari in cerca di consenso popolare a basso prezzo, trovano la risposta veritiera nelle parole di un alto funzionario pubblico del nostro Paese che, a differenza di altri, sta in prima linea e conosce i codici di comportamento da adottare siffatte tragedie.

Per chi vuole approfondire le ragioni obiettive dei comportamenti e delle azioni degli operatori, ONG e non, per chi è alla ricerca di una imparziale criterio di riferimento per le decisioni e le azioni conseguenti da intraprendere lontani dalle chiacchiere da bar e dagli insopportabili populismi, vale la pena citare nuovamente il Comandante Pettorino: “(rispondere sempre) è un obbligo giuridico, ma prima ancora morale. Tutti gli uomini di mare, da sempre e anche in assenza di convenzioni, hanno soccorso e aiutato chi si trova in difficoltà”.

Gli organi deputati ai controlli devono svolgere al meglio il loro compito istituzionale; la giustizia deve fare il suo corso sempre, anche in questo caso, e nei confronti di tutti, anche se del caso di quelli di organizzazioni umanitarie. Tuttavia, queste legittime azioni non possono minimamente mettere in discussione, né ostacolare e rallentare l’applicazione di un diritto fondamentale alla base di tutte gli accordi internazionali che pone la salvaguardia della vita e della salute delle persone davanti e sopra ogni altra considerazione.

Fosse anche la volontà popolare e il sentimento diffuso tra gli italiani, veri o indotti che siano, così spesso avocato dai detentori delle posizioni prevalenti tra gli attuali decisori politici.

(articolo pubblicato su Repubblica.it)

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