Missioni militari: i soldi non mancano

Anche per i prossimi sei mesi le missioni militari all’estero dei militari italiani sono salve e costeranno alle tasche degli italiani oltre mezzo miliardo di Euro. Con l’ormai consueto decreto legge approvato all’inizio di ogni anno, infatti, il Consiglio dei Ministri lo scorso 10 gennaio ha deliberato gli stanziamenti per sostenere le “missioni militari all’estero” del nostro Paese.  E anche in questo 2014 di lacrime e sangue per gli italiani, quello delle missioni militari all’estero si conferma tra i pochi capitoli di spesa non toccati dalla spending review e non sottoposti alla politica dell’austerità. Somme ingenti che in passato hanno fatto inalberare molte ONG e loro rappresentanze e sulle quali, oggi, sembra cadere il silenzio. Anzi, ciò che viene sottolineato è come con lo stesso Decreto siano stati stanziati poco meno di 35 milioni per le azioni di cooperazione volte a migliorare le condizioni di vita della popolazione e dei rifugiati, nonché a sostenere la ricostruzione civile in favore di Afghanistan, Iraq, Libia, Mali, Myanmar, Pakistan, Siria, Somalia, Sudan, Sud Sudan e Paesi ad essi limitrofi, 700 mila Euro per azioni di sminamento e 3,9 milioni per azioni di ricostruzione, pace e stabilizzazione.

Aggiungendo ai 532.757 milioni di euro per le missioni i 7,5 milioni per la cooperazione delle forze di polizia e della Guardia di Finanza e i 3 milioni messi a disposizione dei “comandanti dei contingenti” per azioni a favore delle popolazioni civili, il rapporto tra quanto stanziato per “l’umanitario” e quanto per le forze militari è di un misero 6,4%. Ma tant’è: probabilmente questa piccola elargizione accontenta qualche ONG e mette a tacere le altre. Anche di fronte alla persistenza del finanziamento ai volontari e alle infermiere della Croce Rossa Italiana impegnate a fianco delle truppe militari, che potranno contare su 352 mila Euro di fondi statali, mentre nella bozza di riforma della legge di cooperazione in discussione al Consiglio dei Ministri si intravvedono i rischi di abolizione di ogni residuo sostegno ai volontari delle ONG italiane.

Forse ci si consola guardando a chi è andata ancora peggio: per il Governo della Tunisia tutto ciò che prevede  questo stesso decreto è una donazione di 25 giubbotti antiproiettile!

(articolo pubblicato su vita.it)

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