Cibo: si produce meno e si spreca di più

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Le produzioni alimentari sono in calo, la popolazione mondiale aumenta, le preoccupazioni per la sicurezza alimentare del futuro si acuiscono anche per l’enorme spreco di cibo che finisce nella spazzatura. Si potrebbe sintetizzare così l’ultimo rapporto congiunto di FAO e OSCE “Agricultural Outlook 2013- 2022” pubblicato nei giorni scorsi.

Le due Agenzie internazionali, infatti, registrano una diminuzione delle produzione agricola su scala mondiale con valori incrementali che variano dal 2,1% segnato nel decennio 2003 – 2012 contro il 1,5% che unitamente alla grande siccità verificatasi lo scorso anno potrebbero far lievitare i prezzi delle derrate alimentari del 15-40%. Al problema della potenziale carenza di quantità di alimenti, si aggiunge quindi quello accresciuto dell’accesso per molte famiglie segnate dalla povertà o in preda ai morsi della crisi economica imperante.

Senz’altro, gli sforzi per incrementare le rese e le produzioni dovranno occupare i programmi di sostegno all’agricoltura. Tuttavia, senza un altrettanto forte impegno sul fronte degli sprechi a poco o nulla serviranno i risultati conseguiti. Fa impressione il dato messo in evidenza da numerose ricerche secondo le quali ¼ delle calorie del consumo alimentare mondiale finisce nella spazzatura. Stiamo parlando di 400 mila calorie pro capite che ogni anno vengono buttate nel sudest asiatico, di 750 mila che fanno la stessa fine in Europa e di 1,5 milioni di calorie che ogni statunitense spreca in un anno. Sono quantità enormi che se portate sul piano economico significano, stando alle stime di  Last minute Market e Università di Bologna, un costo annuo per un cittadino italiano pari a 1.693 Euro.

Senza una adeguata educazione alla responsabilità e senza una presa di coscienza di tutti, il futuro si presenta davvero buio in particolare per i poveri della terra che, da sempre, patiscono maggiormente le conseguenze di simili situazioni. 

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