Legge di stabilità: i più poveri pagano il conto

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Sono 4,5 milioni le famiglie che in Italia “non ce la fanno ad arrivare a fine mese”. Questo dato mostruoso è rilevato da Confcommercio e Censis che denunciano come le ultime misure adottate dal Governo con la proposta di Legge di stabilità per il 2013 non servono ne alla ripresa economica del Paese – il PIL scende del 2,3% in questo 2012 3 i consumi del 3,3 % rispetto al 2011 – ne a sostenere le fasce economicamente più deboli.

Sono considerazioni che trovano sostanziale accordo anche nelle rappresentanze delle organizzazioni di terzo settore primo fra tutte il Forum Nazionale del Terzo Settore. Nella audizione alla Commissione  Bilancio di Camera e Senato dello scorso 24 ottobre, i rappresentanti delle maggiori associazioni italiane hanno fermamente denunciato come l’aumento dell’IVA di un punto percentuale e la contemporanea diminuzione di un punto dell’IRPEF sono misure che colpiscono maggiormente le famiglie con redditi più bassi come i pensionati al minimo, lavoratori con redditi così esigui che le detrazioni da lavoro è superiore all’imposta.

Se a ciò si aggiunge che il Governo ha anche deciso di mettere un tetto alle detrazioni e deduzioni per le donazioni che i cittadini destinano alle organizzazioni di società civile e l’aumento dell’aliquota IVA dal 4 al 10 % per le prestazioni socio assistenziali, facile comprendere anche da chi non ha  familiarità con le complessità delle norme economiche come a subire le conseguenze dei provvedimenti in questione siano i redditi più bassi e le famiglie e le persone con maggiori difficoltà. Il peso di simili imposizioni ricadrà infatti su di una inevitabile riduzione di servizi essenziali forniti ai più indigenti ad oggi garantiti in grande misura dai soggetti attivi nell’economia solidale e sociale che saranno costretti ad ulteriori tagli e riduzioni delle loro attività.

Risanare i conti pubblici e rimettere il Paese in una situazione di sicurezza economica è un dovere di ogni Governo. L’apprezzamento per l’azione svolta dal Governo Monti è quindi sincera. Ma perseguire questi risultati  mediante la continua applicazione di norme inique che colpiscono indistintamente le diverse ricchezze del Paese e si accaniscono su chi già fatica a sbarcare il lunario suona tanto di indicatore di una politica volta a preservare i privilegi di una minoranza facendo prioritariamente ricadere i costi sui più deboli, i più emarginati e sulle famiglie in difficoltà.

Così il Paese non ripartirà

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