Reddito degli Italiani: un terzo vicino alla soglia di povertà relativa

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Il reddito medio degli italiani per il 2011 non arriva ai 20.000 Euro. Dai dati elaborati sulle dichiarazioni del 2010, le entrate medie dei nostri concittadini si attestano sulla cifra di 19.250 Euro lordi. Un dato che manifesta un seppur minimo incremento rispetto all’anno precedente ( +1.2% ), ma che nasconde drammaticità e criticità ben maggiori. Entrando nel merito di alcuni dettagli dell’analisi, infatti, si scopre come metà degli italiani (il 49%) non arriva ad intascare 15.000 Euro lordi/anno, e un terzo (circa 14.000 milioni) non supera i 10.000. Cifra che scomposta nelle 12 mensilità, attesta come un italiano su tre dispone di un reddito medio pari a 833 Euro lordi/mese o, se vogliamo, che dimostra come un terzo degli italiani ha un reddito annuale pericolosamente prossimo a quanto ISTAT stabilisce come soglia di povertà relativa per il nostro Paese: 992,46 Euro mensili (2010).

Ancora: se si considera che il 30 % degli italiani dichiara un reddito compreso tra 15.000 e 26.000 Euro lordi/anno e che solo l’1% supera la soglia dei 100.000 Euro, si può facilmente comprendere come anche nel nostro Paese la forbice tra ricchezza e povertà si sta dilatando in maniera preoccupante.

La situazione di crisi è forte, ciò è fuori dubbio; le misure da assumere per impedire un ulteriore deterioramento dell’economia nazionale sono necessarie, imponenti ed urgenti; chiedere ai cittadini di modificare i propri atteggiamenti e le proprie aspettative è ineludibile. Tuttavia, continuiamo a ribadirlo senza per questo essere ascoltati, in un tale frangente non deve prevalere la logica del fare cassa a tutti i costi, come invece ci pare stia facendo il Governo Monti adottando la via più facile dell’aumento delle imposte indirette.

Semplicità per semplicità, allora tanto vale tornare al vecchio adagio della saggezza popolare che consiglia in momenti difficili e nel nome del bene comune o, come oggi viene predicato, del futuro del Paese “chi più ha, più metta”.

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