Monsanto condannata dalla giustizia francese

Forse, l’intoccabilità di multinazionali come la MONSANTO è stata definitivamente violata. La famigerata azienda dell’agro-business, si è vista costretta ad indennizzare un coltivatore francese a seguito di una malattia contratta per l’uso di un prodotto, l’erbicida Lasso, bandito in Canada e Regno Unito dal 1980, mentre in Europa messo fuori legge solo dal 2007.

Monsanto non è certo nuova a situazioni di questo genere, visti i reiterati atti accusatori mossi al gigante americano dalla società civile internazionale, ma questa volta la giustizia francese ha saputo trovare le prove sufficienti ad emettere una sentenza di colpevolezza definitiva con conseguente imposizione dell’obbligo di risarcimento.

Un fatto che, a pochissimi giorni di distanza, si accompagna ad un altro episodio degno di nota e al quanto vergognoso per l’azienda. L’associazione Friends of the Heart ha infatti reso pubblica una scandalosa contraddizione interna alla multinazionale che mentre inonda con i suoi prodotti i campi e le tavole di tutto il mondo, in particolare quelle dei Paesi poveri dove vigono meno controlli e sono ancora promosse legislazioni più permissiviste al quanto utili ai profitti delle grandi imprese, si rifiuta di servire i propri prodotti geneticamente modificati nella mensa interna all’azienda. La direzione della Monsanto infatti ha escluso soia e mais geneticamente modificati da tutti i menù della mensa aziendale.

Inutili i commenti. Se non quello relativo alla criminale imperante logica del profitto che ammette ancora di riversare sugli altri gli scarti del nostro egoismo. Anche a costo della loro vita.

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